Psoriasi lieve-moderata: a rischio lavoro e affetti. Nuove formulazioni in gel semplificano la vita dei pazienti

Un’indagine conoscitiva a livello nazionale fotografa la condizione dei pazienti con psoriasi lieve-moderata: per più dell’84% la patologia rende abbastanza/molto difficile la vita quotidiana, oltre la metà non si cura in modo adeguato e interviene solo quando i sintomi diventano troppo fastidiosi.

Ma lo scenario terapeutico sta finalmente cambiando: oggi sono disponibili nuove formulazioni in gel pensate ad hoc per i pazienti, per rispondere alle loro esigenze di un trattamento non solo efficace ma anche più pratico.

I dati dell’indagine sui pazienti e le innovazioni terapeutiche sono al centro della Campagna nazionale di sensibilizzazione “Che ne sai di Psoriasi? Conoscerla per curarla” promossa da A.DI.PSO. con il supporto di LEO Pharma.

In concomitanza della Giornata Mondiale della Psoriasi 2012, che si celebrerà il 29 ottobre, la Campagna tocca oggi Torino, con la presentazione dei dati della Regione.

Torino, 25 ottobre 2012 – Significativo peggioramento della qualità della vita, ricadute sulla sfera affettiva, ostacoli nella carriera: è il quadro che emerge da un’indagine sulla qualità di vita dei pazienti italiani affetti da psoriasi lieve-moderata, una malattia della pelle spesso non riconosciuta e non adeguatamente trattata che colpisce soggetti predisposti geneticamente.

Paolo Broganelli, Dirigente di 1° livello della Clinica Dermatologica dell’Università di Torino, conferma il quadro emerso dalla ricerca: «la psoriasi lieve-moderata, in molti casi, è in grado di incidere sulla vita quotidiana e determinare scelte obbligate. Può influire sull’attività lavorativa, sportiva, sul vestiario e, non ultimo, sulla vita affettiva. Da ricerche effettuate su larga scala sembra che il 60% dei pazienti con psoriasi moderata soffra di disturbi depressivi di grado variabile».

Oltre il 50% dei pazienti del campione nazionale e il 53,8% dei pazienti piemontesi non si cura in modo costante e si rivolge al dermatologo solo quando i sintomi diventano troppo fastidiosi. A scoraggiare l’aderenza al trattamento prescritto, con conseguente perdita di efficacia, è la scomodità delle terapie topiche tradizionali quali creme e unguenti, che richiedono una lunga e laboriosa applicazione e che per le loro caratteristiche (untuosità, viscosità) ostacolano la vita lavorativa e di relazione.

Ma per gli oltre 2,5 milioni di italiani con psoriasi lieve-moderata si delinea una svolta: nuove formulazioni in gel, già disponibili, che non ungono, non macchiano i vestiti, non ostacolano la vita di relazione e migliorano così l’aderenza alla terapia e quindi la sua efficacia.

La ricerca sulla qualità di vita delle persone con psoriasi lieve-moderata è stata realizzata nell’ambito della Campagna di sensibilizzazione “Che ne sai di Psoriasi? Conoscerla per curarla” promossa da A.DI.PSO., l’Associazione per la Difesa degli Psoriasici, con il supporto di LEO Pharma.

La Campagna, presente in rete nel sito www.momentinfo.net, prevede anche la distribuzione di materiale informativo su patologia e trattamenti nelle farmacie di Torino e provincia.

Come rileva Mara Maccarone, Presidente A.DI.PSO., «con il suo aspetto poco gradevole, la psoriasi diventa l’anello fragile per la persona che ha ben visibili i segni della malattia e compromette inevitabilmente non solo la sua carriera, ma spesso anche il posto di lavoro. La persona affetta ha l’esigenza prioritaria al mattino di preparare la “cute” per migliorare il suo aspetto fisico. Ma non è tutto: i tempi di pausa lavorativi, poi, serviranno ad allineare nuovamente il proprio aspetto fisico spalmandosi altre dosi di pomate, e questo fino a sera. Tutto ciò provoca stress e disagio continuo, compromettendo la qualità della vita».

La grande maggioranza dei pazienti piemontesi (84,7%, più della media nazionale) ritiene che le manifestazioni della malattia rendano la vita quotidiana abbastanza/molto difficile: sintomi come prurito continuo, dolore, sanguinamento, incidono pesantemente su tutti gli ambiti di vita e non risparmiano lavoro, famiglia, vita sessuale. In Piemonte, quasi un terzo dei pazienti intervistati (29,6%) prova imbarazzo e vergogna nel contesto lavorativo e in percentuale maggiore (31%) ritengono che avere la psoriasi lieve-moderata renda più difficile la carriera e che possa comprometterla.

Nella sfera dei rapporti affettivi, a causa della visibilità dei segni sul corpo, l’impatto della patologia è ancor più pesante: il 36,7% del campione piemontese prova disagio e frustrazione nei confronti di partner e figli, mentre insicurezza e ansia nei rapporti intimi pregiudicano la vita sessuale del 43% dei pazienti, più della media nazionale (42,6%).

Il peso psicologico e sociale che la psoriasi lieve-moderata impone è dunque oneroso. Secondo Fabrizio Colonna, Psichiatra, specialista in Psicologia Clinica, Medico collaboratore della Struttura Complessa a Direzione Universitaria di Psicologia Clinica Oncologica dell’A.O.U. “Molinette” di Torino, «la psoriasi si manifesta come malattia da stress cronico, mettendo i pazienti nella condizione di dover adottare condotte di isolamento sul piano sociale e lavorativo, con gravi ripercussioni sul piano emozionale. Gli psoriasici coltivano un disagio psicofisico molto forte che non riescono a condividere con gli altri, in funzione di una significativa discrepanza tra quanto percepiscono in termini di malattia invalidante e quanto percepito da chi li circonda che, solitamente, tende a sottovalutare l’impatto psicologico della malattia».

Quello che emerge in generale da questa ricerca, insieme al pesante impatto della psoriasi lieve- moderata sulla vita dei pazienti, è la diffusa insoddisfazione nei confronti delle attuali terapie: in Piemonte, molto più della metà dei pazienti (60,2%) si ritiene “poco o per nulla soddisfatto” delle attuali terapie topiche attualmente utilizzate che “non risolvono purtroppo nulla e i cui benefici sono temporanei” e che provocano disagi che finiscono per penalizzarli fortemente. «Il fatto più spiacevole delle attuali terapie è l’untuosità – sottolinea Mirella Tomasicchio, Responsabile A.DI.PSO. Regione Piemonte – finché il farmaco non è ben assorbito non si può indossare niente e d’estate è ancora peggio, perché la polvere si attacca alla pelle e diventa un veicolo d’infezioni».

Ma ora sono disponibili anche in Italia trattamenti in grado di superare le difficoltà delle cure tradizionali: la grande innovazione appare legata alle nuove formulazioni in gel, che sembrano possedere i requisiti che secondo i pazienti dovrebbero appartenere a una terapia topica ideale; ‘applicazione preferibilmente una volta al giorno’, ‘efficacia’ e ‘gradevolezza dal punto di vista cosmetico’.

La formulazione in gel è il veicolo della combinazione di un derivato della vitamina D, il calcipotriolo, con il betametasone, un corticosteroide, da somministrare una sola volta al giorno, che agisce rapidamente sul prurito, sullo spessore delle lesioni e sull’eritema.

Come afferma il dottor Broganelli, «evidenze cliniche ed esperienza personale indicano che nelle forme lievi e moderate tale associazione risulta agevole ed efficace. Le formulazioni in gel rappresentano un aiuto per i pazienti: l’untuosità di un unguento può limitare i rapporti sociali o può rappresentare un disagio per il successivo contatto con i tessuti».

Artefice di questa attesa innovazione terapeutica è l’Azienda danese LEO Pharma, da circa un anno operativa anche in Italia, particolarmente attenta ai bisogni insoddisfatti dei pazienti che soffrono di patologie della pelle. «È fondamentale che l’interesse aziendale sia focalizzato a garantire il benessere del paziente – dichiara Giuseppe Michele Blasco, Medical Director LEO Pharma Italia – formulando terapie che riescano a controllare la malattia nella misura in cui siano in grado di indurre remissione delle lesioni cutanee e diminuzione del numero di riacutizzazioni. Alla luce delle considerazioni sull’aderenza alla terapia, il nostro farmaco assume una posizione di rilievo nella scelta terapeutica, in quanto i due principi attivi svolgono azione sinergica, andando a contrastare i differenti meccanismi patogenetici che conducono alla formazione della lesione cutanea, e sono somministrati una sola volta al giorno».

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