Un ottimo esempio di leadership incentrata sul paziente

Di Paul Simms, 27 novembre 2014

Paul Simms parla con Gitte P. Aabo, President e CEO di LEO Pharma, della centralità del paziente, delle nuove soluzioni in dermatologia, delle partnership e di ciò che ci riserva il futuro.

Paul Simms: Dove risiede, secondo lei, la più grande opportunità per la vostra azienda per i prossimi 18-24 mesi?

Gitte Aabo: La nostra maggiore opportunità per i prossimi 18-24 mesi, ma anche più in là, risiede nel focalizzarci sempre di più sui pazienti e capire quali sono le loro esigenze non soddisfatte. Il nostro desiderio è aiutare le persone ad avere una pelle sana e offrire ai pazienti affetti da patologie dermatologiche le migliori soluzioni possibili.
L’attenzione verso i pazienti sta nel capire cosa significa davvero vivere con una malattia dermatologica. Per farlo, siamo ricorsi ad antropologi che hanno condiviso la vita di persone affette da psoriasi in varie parti del mondo. A seguito di questa esperienza, saremo presto in grado di lanciare alcune delle nostre prime soluzioni sviluppate insieme ai pazienti – soluzioni che combinano sicurezza ed efficacia e che sono facili da usare.
Capire veramente i pazienti e le loro esigenze non soddisfatte è per LEO la sfida più grande e anche l’opportunità più grande.

Paul Simms: Se la vostra priorità è dare più valore ai pazienti, cosa significa effettivamente una maggiore collaborazione con gli stakeholder?

Gitte Aabo: Prima di tutto, è importante per me sottolineare che quando lavoriamo per migliorare le relazioni con i nostri stakeholder in tutti gli aspetti della nostra attività, lo facciamo sempre mettendo al primo posto integrità e trasparenza, con la convinzione che una maggiore collaborazione ci permetta di offrire ai pazienti le migliori soluzioni possibili.
La collaborazione con gli stakeholder può avere varie forme. Per esempio, nei primi mesi di quest’anno, la World Health Assembly ha recepito la risoluzione dell’OMS sulla psoriasi. Si tratta di un passo importantissimo per i malati di psoriasi di tutto il mondo. Questa risoluzione riconosce il peso della malattia e il modo in cui chi ne soffre è spesso stigmatizzato. In collaborazione con l’IFPMA (International Federation of Pharmaceutical Manufacturers and Associations), LEO ha sostenuto l’IFPA (International Federation of Psoriasis Associations) e le sue attività di awareness che hanno portato all’adozione della risoluzione da parte della Wordl Health Assembly.

Paul Simms: In che modo il lavoro di LEO si differenzia da quello delle altre aziende farmaceutiche?

Gitte Aabo: Il nostro particolare modello di proprietà (siamo interamente controllati dalla LEO Foundation e non abbiamo azionisti esterni) ci offre il privilegio della programmazione a lungo termine. Possiamo impegnarci in attività a lungo termine focalizzate sul paziente che non tutte le aziende con un modello societario diverso possono permettersi.

Una delle nostre più importanti attività di questo tipo è il programma QualityCareTM. Si tratta di un programma personalizzato che offre supporto, guida e motivazione alle persone affette da malattie dermatologiche, avvalendosi di un approccio multidisciplinare. La nostra ambizione è aiutare i pazienti a tenere sotto controllo la loro condizione e migliorare la loro qualità di loro vita. Con QualityCareTM cerchiamo di ampliare il nostro sostegno, offrendo non solo farmaci ma anche servizi adatti alle loro esigenze.
Un altro esempio di attività a lungo termine è la collaborazione che stiamo portando avanti con l’amministrazione di una provincia canadese per aumentare la consapevolezza dell’effetto dannoso di una eccessiva esposizione al sole. In Egitto, dove sosteniamo alcuni gruppi d’ascolto per la psoriasi, così come in Libano e Tunisia, dove abbiamo lanciato un’iniziativa di supporto ai pazienti che prevede l’uso di un “autobus della psoriasi” per aiutarli negli spostamenti.
Oltre a questo, di recente abbiamo dato il via a un progetto di cura integrato in un setting riabilitativo ambulatoriale, per migliorare le terapie dei pazienti affetti da psoriasi in Germania.

Paul Simms: Può farmi un esempio specifico delle ultime iniziative in cui avete riscontrato risultati migliori grazie a questo tipo di collaborazione?

Gitte Aabo: Siamo costantemente alla ricerca di nuovi modi per migliorare ed espandere le nostre partnership strategiche e offrire un aiuto sempre più efficace ai pazienti. Per noi è vitale continuare a fare progressi nella conoscenza scientifica delle malattie dermatologiche. A questo scopo, collaboriamo con associazioni professionali e investiamo nella ricerca in materia di servizi sanitari.
Un esempio è un recente studio non interventistico svolto in Germania, che ha coinvolto quasi 300 dermatologi e più di 800 pazienti. Grazie a questo studio abbiamo ottenuto informazioni importanti valutando la soddisfazione delle cure nei pazienti con cheratosi attinica (una lesione cancerosa della pelle in fase iniziale).
Vorrei anche citare lo Psoriasis Treatment Optimisation Programme (PSO-TOP). Si tratta di uno studio molto vasto (1800 pazienti) avviato su iniziativa di uno sperimentatore per valutare un nuovo strumento formativo per i pazienti e la sua capacità di migliorare l’efficacia del trattamento nella vita reale – ottimizzando la soddisfazione, l’aderenza alla cura e gli esiti dei pazienti.

Paul Simms: Pensa che i servizi a valore aggiunto giocheranno un ruolo importante nel vostro futuro?

Gitte Aabo: Certamente. Noi consideriamo i servizi a valore aggiunto come il nostro programma QualityCareTM una componente essenziale del nostro business model futuro.
Il ruolo dei pazienti – e anche dei payer – sta cambiando in molti dei nostri mercati strategici. Per tenere testa a questo cambiamento, e per restare competitivi, dobbiamo rivedere i business model esistenti.
I programmi a valore aggiunto per il sostegno dei pazienti sono nell’interesse delle persone che hanno bisogno di informazioni e supporto per ottenere il massimo dalle cure. Ma sono anche nell’interesse delle amministrazioni sanitarie, in quanto l’aderenza al trattamento garantisce un uso migliore delle loro risorse.
La nostra sfida è creare situazioni win-win, che offrano valore ai pazienti, al sistema sanitario e al nostro settore.

Paul Simms: Un’azienda come la vostra può in qualche modo incentivare questo tipo di collaborazioni (servizi a valore aggiunto) e partnership centrate sui pazienti?

Gitte Aabo: Certo che può. Il settore farmaceutico e il settore della sanità pubblica hanno entrambi interesse a migliorare la qualità e garantire l’uso più appropriato delle risorse sanitarie. Al momento siamo coinvolti in progetti con autorità, assicurazioni sanitarie e operatori sanitari che sostengono e aiutano i pazienti ad affrontare le loro patologie croniche e lo stress che queste comportano. L’incentivo per la collaborazione è ottenere situazioni win-win che offrano valore a tutti gli attori del settore.

Paul Simms: Cosa devono fare le aziende farmaceutiche per impattare davvero sulla vita del paziente?

Gitte Aabo: Penso che il modo per sostenere davvero i pazienti sia creare soluzioni olistiche coinvolgendo gli stakeholder del sistema sanitario. Noi disponiamo di dati e di conoscenze scientifiche, trattamenti e percorsi di cura dei pazienti, e ci impegniamo per capire sempre meglio cosa significa vivere con una malattia della pelle. Inoltre, siamo in grado di mettere in contatto diversi tipi di stakeholder, creando così una piattaforma di dialogo olistico che porti a nuove soluzioni.

Paul Simms: Quale sarà, secondo lei, il ruolo dell’azienda farmaceutica in futuro? Quale spazio occuperà?

Gitte Aabo: Se guardo alle tendenze future, credo che gli sviluppi principali saranno costituiti da farmaci personalizzati, nuovi ruoli dei payer, soluzioni sanitarie integrate e uso dei social media. Penso che tra dieci anni, soprattutto per quanto riguarda le malattie della pelle, il mondo digitale svolgerà un ruolo importante: skype per parlare con il dermatologo, specchi interattivi, app per diagnosi e trattamento disponibili ad ogni ora. Penso anche che i sistemi di fornitura e distribuzione cambieranno – i farmaci, ad esempio, potrebbero essere consegnati a domicilio. Io immagino un futuro in cui, per le aziende farmaceutiche, le partnership avranno un ruolo molto più importante di quello attuale: dal momento che molti sistemi sanitari andranno incontro a sfide come l’invecchiamento della popolazione ed un elevata domanda di assistenza sanitaria per tutti, dobbiamo trovare soluzioni comuni per massimizzare l’uso delle risorse sanitarie.
LEO è sulla scena ormai da più di un secolo ed ha intenzione di restarci per almeno altri 100 anni, continuando a sviluppare farmaci sicuri ed efficaci. Perché questo sia possibile, dobbiamo cambiare. Abbiamo iniziato a coinvolgere i pazienti nel processo di innovazione per trovare soluzioni olistiche in grado di rispondere alle loro esigenze non soddisfatte. Fondamentalmente abbiamo bisogno di mettere il paziente al centro di tutto ciò che facciamo – i prodotti da soli, ormai, non sono più sufficienti.

Paul Simms: C’è un risultato, nella sua esperienza con LEO, per il quale le piacerebbe essere ricordata?

Gitte Aabo: La mia aspirazione, in generale, è quella di consegnare una LEO Pharma ancora più forte alla prossima generazione di dipendenti. La nostra storia è fatta da più di 100 anni di successi e continueremo a crescere e a innovare per molti altri decenni.

Paul Simms: Non vediamo l’ora di saperne di più in occasione della nostra conferenza eyeforpharma di Barcellona. Molte grazie, Gitte.

Gitte Aabo: Grazie a lei, Paul. Ci vediamo alla conferenza.

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